L’impermeabilizzazione del suolo influisce fortemente sulla gestione della risorsa idrica.
Basta guardare uno scavo per la costruzione di un nuovo palazzo o per una nuova infrastruttura: il primo strato di suolo viene tolto, si scava in profondità per posizionare in sicurezza le fondamenta e quindi si impedisce l’interazione tra suolo e l’ambiente circostante.
Di fatto l’impermeabilizzazione ostacola o riduce drasticamente l’assorbimento di pioggia nel suolo creando i presupposti per un aumento delle inondazioni. La pioggia non assorbita dalle piante o dal suolo naturale viene veicolata verso i corsi d’acqua, molto spesso tombinati, aumentandone la portata.
La naturale infiltrazione rimpingua le nostre acque sotterranee che sono, in molti paesi nel mondo, e soprattutto in Italia del nord la quasi unica fonte di approvvigionamento degli acquedotti che portano acqua nelle nostre case. Contribuisce a ridurre l’incidenza dalla siccità e di conseguenza riduce la necessità di irrigazione con meno problemi alla nostra agricoltura.
In sintesi l’impermeabilizzazione del suolo incide sul ciclo delle acque in alcuni punti fondamentali: la ricarica delle acque sotterranee, la concentrazione di portate elevate nei fiumi con rischio di inondazioni e soprattutto la riduzione dell’evapotraspirazione che rompono i legami tra i cicli chimici e biologici esistenti.