L’Italia è stata certamente uno dei Paesi più attivi durante l’elaborazione della Convenzione ONU, potendo contare tra l’altro sull’impegno costante dei rappresentanti delle associazioni di persone con disabilità, componenti permanenti della delegazione ufficiale.
La nostra delegazione è stata quindi tra le più coraggiose, sostenendo ad esempio con forza l’esigenza di introdurre nella Convenzione il concetto di “disabilità” , argomento mai affrontato in precedenza sul quale molti paesi si erano mostrati contrari, a causa delle profonde differenze esistenti tra le legislazioni nazionali. La formulazione raggiunta è certamente soddisfacente perché fondata sui diritti umani e perché evidenzia, in linea con i principi più avanzati, il fattore di handicap rappresentato dalle molteplici barriere che impediscono la piena ed effettiva partecipazione nella società delle persone con disabilità alla pari con gli altri cittadini.
Ugualmente forte il sostegno italiano all’inserimento nella convenzione degli articoli 6 e 7, dedicati alla tutela dei bambini e delle donne con disabilità, nella consapevolezza di dover tutelare chi, per la condizione di bambino/bambina/donna e disabile è esposto più di altri al rischio di multiple discriminazioni, di violenza o sfruttamento.
Ha infine portato avanti una vera e propria battaglia per il diritto all’istruzione (articolo 24): in molti paesi, anche dell’Unione europea, sono previste scuole speciali, o percorsi differenziati per gli alunni con disabilità. L’Italia forte di una normativa all’avanguardia in questo campo ha ottenuto che alla base dell’articolo vi sia il diritto all’inclusione piena nel sistema ordinario educativo.
Il nostro Paese ha quindi sottoscritto la Convenzione lo stesso giorno in cui è stata aperta alla firma (il 30 marzo 2007) ed il Parlamento ha approvato la legge di ratifica il 3 marzo 2009.
Con la legge di ratifica è stato istituito l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità: un organismo unico nel panorama mondiale, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali composto per circa metà da rappresentanti di amministrazioni centrali, regionali e locali, da esperti e per l’altra metà dai rappresentanti delle associazioni di persone con disabilità, dalle parti sociali ed a cui è affidato il compito di monitorare l’attuazione in Italia della Convenzione. All’interno dell’Osservatorio è istituito un Comitato tecnico-scientifico con finalità di analisi ed indirizzo scientifico in relazione alle attività e ai compiti dell’Osservatorio
I suoi compiti, come definiti nel Regolamento (Decreto Interministeriale 6 luglio 2010, n. 167)sono in particolare dedicati focalizzati:
• alla promozione dell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, siglata a New York il 13 dicembre 2006;
• alla predisposizione di un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale;
• alla promozione della raccolta di dati statistici e della realizzazione di studi e ricerche sul tema;
• alla predisposizione della relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità.
Di grande importanza il Primo Rapporto sull’implementazione della Convenzione nel nostro Paese, elaborato dall’Osservatorio in attuazione delle disposizioni che definiscono il sistema di monitoraggio (articoli 33-39). Il rapporto viene esaminato dal Comitato di esperti previsto all’articolo 34 e segg. che formula suggerimenti o raccomandazioni. Il Rapporto deve essere reso pubblico e facilmente accessibile a tutti.
La scelta operata dall’Osservatorio nazionale è stata di alto valore: presentare un quadro molto reale della condizione delle persone con disabilità in Italia: lo stato delle politiche, degli interventi, delle risorse finanziarie ad essi destinati, seguendo l’articolazione della Convenzione . Non tutti i Paesi si muovono su questa linea quando sono chiamati a presentare alle Nazioni Unite i propri rapporti sull’implementazione del sistema di diritti umani.