Il Comune di Grosseto ha riconosciuto le nozze di Stefano e Giuseppe, una coppia omosessuale, sposatasi a New York nel 2012. Si tratta del primo matrimonio gay riconosciuto in Italia e un passo storico in uno dei pochi paesi occidentali che non offre alcun riconoscimento alle unioni tra persone dello stesso sesso. Dopo il caso di Milano, un nuovo, e deciso, segnale, che spiana la strada ai diritti lgbt. Per il legale della coppia, “il prossimo passo sarà un nuovo pronunciamento della Corte costituzionale. Con una domanda di base: perché una coppia dello stesso sesso è obbligata ad andare all’estero per vedere riconosciuti i propri diritti?”. Per Vox, il commento di Massimo Clara.
Il Tribunale di Grosseto ha ordinato al Comune di trascrivere nei Registri dello Stato Civile il matrimonio di una coppia dello stesso sesso, sposatasi a New York nel dicembre 2012. La notizia ha fatto molto scalpore (su ipotesi identica la Cassazione ha dato – solo due anni fa – risposta negativa), la discussione politica e giuridica è intensa.
Non è questa la sede per un commento dottrinario, qui c’ è qualcosa di più immediato da cogliere, e di urgente da fare. La Corte Costituzionale ha detto, nel 2010, che non esiste per le coppie same-sex il diritto al matrimonio, ma ha espressamente riconosciuto che queste coppie sono una formazione sociale di realizzazione dell’ uomo, come tali garantite della Costituzione; ed anche la giurisprudenza europea ha aperto molti spazi per queste unioni.
La Consulta lanciò un monito preciso e senza equivoci al legislatore: queste coppie devono avere un riconoscimento giuridico. Sordo al monito, bloccato da veti ideologici ed identitari, per quattro anni il parlamento non ha fatto nulla.
Ma la storia è più forte, e la realtà negata si ripresenta. L’ ordinanza di Grosseto può anche essere tranchant, giuridicamente sono leciti dubbi e rilievi, ma il fatto fondamentale è e resta lì: ci sono persone che si amano e si vogliono, che costruiscono una vita insieme, la legge non può ignorarle, anche il silenzio è discriminazione.
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