Sono due gemelli, un maschio e una femmina, i primi due bambini italiani nati con la fecondazione eterologa. Un intervento, reso possibile grazie alla dichiarazione di illegittimità della legge 40 (Vox ha dedicato un’intera sezione al tema). Ma la strada è ancora lunga e i problemi tanti, a partire dalla mancanza di donatori di ovociti e spermatozooi, che sta generando una nuova “migrazione procreativa” verso paesi più attrezzati dell’Italia. Ecco l’intervento di Marilisa D’Amico, avvocato e professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Milano.
“A un anno di distanza dalla sentenza della Corte Costituzionale, che il 9 aprile scorso ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40, si cominciano a vedere i primi risultati. La strada è ancora lunga e i problemi sono tanti, a partire dalla mancanza di donatori di ovociti e spermatozoi.
Tuttavia, il percorso è ormai avviato. Lo dimostrano l’istituzione del Registro nazionale dei donatori per la fecondazione eterologa, previsto all’interno della legge di stabilità, e l’inserimento delle tecniche di fecondazione assistita nei Lea.
Mi auguro, adesso, che si proceda per una garanzia effettiva dei diritti delle coppie. E’ necessario creare tutte le condizioni affinché la fecondazione eterologa possa essere effettivamente praticata nel nostro Paese.”