A marzo scorso, il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge “anti moschee” della Regione Lombardia, che conteneva norme urbanistiche più stringenti sull’apertura di nuovi luoghi di culto nella Regione. Pochi giorni fa, anche VOX Diritti è intervenuta a sostegno della tesi del Governo, e ha depositato alla Corte Costituzionale un atto di intervento sulla libertà di culto. “Una libertà scomoda” secondo l’avvocato Massimo Clara, che qui commenta per noi questo episodio.
Vox Diritti è intervenuta nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale per sostenere la tesi del governo che ha impugnato la legge lombarda… già, quale legge? Destino sorprendente, quello del legislatore maroniano. Il nome giuridico parla di “pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi”. Una norma urbanistica insomma, una modifica della “Legge per il governo del territorio” emanata nel 2005. Sarà così, anzi nella forma certamente è così, ma allora perché tutti (islamici e non) la chiamano, semplicemente, la “legge anti moschee”? Ha ragione la vox populi, nessuno ne dubita: con il pretesto dell’urbanistica si prevedono paletti, limiti, condizioni e strettoie perché il lumbard non vuole la moschea sotto casa, nel suo Comune, nella sua Regione.
Già è meschina una politica che deve mascherare le proprie scelte dietro l’ampollosità delle denominazioni burocratiche.
La sostanza però è chiarissima: si vuole limitare l’esercizio della libertà religiosa per emarginare, ghettizzare il diverso, l’islamico e non solo lui, che se ne stia in periferia, che preghi sotto un tendone, al massimo un capannone abusivo. Storia vecchia, quella dei ghetti in Europa…
Ha fatto benissimo il Governo a impugnare questa norma davanti alla Consulta. Ci sono libertà che possono essere scomode (quando sono libertà degli altri), ci sono diritti che danno fastidio (quando sono gli altri ad esercitarli).
Ma la Costituzione è lì a dire che, per i diritti, gli altri non esistono. Esistono i tutti, i tutti eguali.
Vox Diritti è lì, a dare una mano a una battaglia giusta.