Lunedì 18 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sul rimborso degli adeguamenti previdenziali, presentato dal premier Renzi in risposta alla sentenza della Corte Costituzionale, che ha recentemente bocciato il blocco degli adeguamenti all’inflazione voluto nel 2011 dall’ex ministro Elsa Fornero. Dall’ 1 agosto il bonus andrà a 3,7 milioni di persone, redistribuendo, ha spiegato il primo ministro, un tesoretto di 2 miliardi e 180 milioni. Ma che cosa ha sancito esattamente la sentenza della Corte Costituzionale? E che cosa prevede il decreto legge del Governo? Ecco i punti più importanti.
Che cosa ha sancito la Corte Costituzionale?
La CC, con la sentenza n. 70 del 2015, ha dichiarato illegittimo il blocco dell’adeguamento annuale delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo INPS (cioè circa 1440 Euro al mese). La norma era stata inserita nel 2011, dal Ministro dell’Economia Elsa Fornero nel decreto Salva Italia.
Perché il blocco delle pensioni è stato dichiarato incostituzionale?
Secondo la Corte i pensionati hanno diritto a una “prestazione previdenziale adeguata”. E “tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio”. Per questo motivo, la norma è stata ritenuta contraria:
– ai principi costituzionali di proporzionalità e adeguatezza del trattamento previdenziale, inteso come retribuzione differita (art. 36 e 38 Cost.);
– al principio di solidarietà dell’art. 2 Cost.;
– al principio di eguaglianza sostanziale dell’art. 3.
Quali sono le conseguenze della sentenza?
Due sono gli effetti più importanti: lo Stato dovrà infatti restituire gli adeguamenti non versati nel 2012 – 2013 (anno in cui è avvenuto il blocco), ma anche versare quelli previsti da oggi in avanti.
Quanto costa allo Stato?
5 miliardi di Euro per gli adeguamenti non versati nel 2012 – 2013, 10 miliardi per quelli relativi al 2014 -2015.
Che cosa prevede il decreto sul rimborso delle pensioni appena approvato?
Era già stato anticipato dal Ministro dell’Economia e dal Presidente del Consiglio Pensionati: il Governo avrebbe rispettato la sentenza, minimizzando i costi. E il decreto sembra seguire proprio questa linea, restringendo però la platea di destinatari titolari del rimborso. Il DL libera così 2.180 milioni di Euro per 3,7 milioni di pensionati che avranno diritto al bonus, cioè coloro che percepiscono assegni inferiori a sei volte il minimo INPS (sopra i 3200 Euro). Il Ministro dell’Economia ha spiegato che la scelta di restringere la platea evita che l’Unione Europea avvii una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per deficit eccessivo: “dover fronteggiare le conseguenze complete implicite alla sentenza avrebbe portato l’indebitamento al 3,6%”. Per questo motivo, non verranno rimborsate 650.000 persone.
Quanto vale il rimborso?
Sarà graduale e proporzionato alla pensione percepita:
– chi percepisce un assegno da 1700 Euro al mese ha diritto a un rimborso di 750 Euro;
– chi percepisce un assegno da 2.200 Euro ha diritto a un bonus di 450 Euro;
– chi percepisce un assegno da 2.700 Euro ha diritto a un rimborso di 278 Euro.
Le stesse fasce saranno oggetto di adeguamento a partire dal 2016.
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