È stata approvata in questi giorni dalla Camera la legge per punire “le aggressioni via internet”: ottima cosa, ma il clima politico appare ondivago, a dir poco. Una giovane si uccide, distrutta dalla diffusione virale di suoi video erotici, quelli che li hanno diffusi (e i molti che li hanno commentati nei modi più volgari) vengono oggi proposti per la galera. Ma fino a ieri era la ragazza ad essere condannata, una poco di buono di sicuro.
La violenza dell’ offesa, del disprezzo, dell’ emarginazione colpiscono, con numeri altissimi di spettatori internauti. Nihil sub sole novi, la gogna secoli fa era in piazza, oggi il video virale può avere lo stesso ruolo.
Benissimo allora che si difendano i minori, soggetti fragili per definizione, ma anche per gli adulti l’ aggressione mediatica può essere devastante.
Evitata la rituale e infeconda polemica tra i solo repressori ed i solo educatori, educazione ed educazione sono strumenti necessari e complementari, affrontiamo il toro per le corna e diciamocelo: la violenza delle idee, delle offese, dell’ invito all’ esclusione, esiste e fa danno. In altri tempi, la superiorità razziale era un’ idea, il terrorismo come strumento della rivoluzione era un’ idea. Sappiamo come è andata a finire.
Nessuno, ovviamente, vuole mettere il bavaglio a internet, ma la violenza della gogna mediatica esiste e dobbiamo metterci mano.
Altrimenti, quando poi uno si ammazza (anzi: una si ammazza, di solito è una donna, o un gay, e non sarà un caso) che non si pianga in rete deplorando, con lacrime impotenti, la cattiveria altrui.
CYBERBULLISMO: RIPARTE ALLA CAMERA LA DISCUSSIONE SULLA LEGGE
Chi. I deputati delle commissioni Giustizia e Affari Sociali riscrivono la norma sul cyberbullismo, approvata dal Senato nel 2015, che aveva tra i punti principali un piano di prevenzione nelle scuole e la possibilità- da parte dei genitori della vittima minore- di far rimuovere i contenuti ritenuti offensivi.
Le modifiche. Micaela Campana e Paolo Beni (entrambi del Pd) sono i relatori della legge modificata: non solo i minori ma chiunque abbia subito atti di bullismo e cyberbullismo (anche gli over 18) potrà rivolgersi ai gestori dei social network per far rimuovere i contenuti ritenuti offensivi. La proposta è stata approvata dalla Camera (242 i sì contro soli 73 no). È stata introdotta, inoltre, l’aggravante per lo “stalking sul web”, con pene fino a 6 anni di carcere.