Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione Tarabella sul diritto alla salute riproduttiva delle donne. La risoluzione, ratificata con larga maggioranza, punta a migliorare l’accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a informarle sui loro diritti e i servizi disponibili; inoltre, invita gli Stati membri a porre in atto misure per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva. Per Vox, il commento di Benedetta Liberali, avvocato e Dottore di ricerca in Diritto costituzionale presso l’Università di Milano.
CHE COSA PREVEDE
Ecco, in punti, che cosa prevede la risoluzione Tarabella:
- facilitare l’accesso alle tecniche di aborto e alla contraccezione;
- ridurre l’obiezione e il tempo di accesso alle tecniche di aborto;
- garantire l’assistenza sanitaria in materia di salute riproduttiva;
- sensibilizzare gli uomini sulle responsabilità in materia sessuale e riproduttiva;
- sottolineare che la legislazione sulla riproduzione è di competenza nazionale;
IL COMMENTO
A poco più di un anno dalla decisione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa – che ha accertato la violazione da parte dell’Italia dei diritti alla vita, alla salute e all’autodeterminazione delle donne che alle condizioni prescritte dalla legge n. 194 del 1978 intendono interrompere la gravidanza, in ragione dell’elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza: tutta la documentazione è disponibile in www.coe.int/socialcharter – risulta particolarmente significativa, non solo per l’Italia, l’approvazione da parte del Parlamento europeo della proposta di risoluzione avanzata con il Progetto di Relazione sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea nel 2013 dal Relatore Marc Tarabella.
Con tale Relazione (che si occupa specificamente dei temi della parità e della discriminazione di genere) da un lato si qualificano i diritti sessuali e riproduttivi quali diritti umani fondamentali e dall’altro lato si impegna il Parlamento europeo a “insistere sul fatto che le donne debbano avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto; a sostenere pertanto le misure e le azioni volte a migliorare l’accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a meglio informarle sui loro diritti e sui servizi disponibili; a invitare gli Stati membri e la Commissione a porre in atto misure e azioni per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva”.
Tale Risoluzione approvata dal Parlamento europeo rappresenta un indubbio testo di compromesso, rispetto alla Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, Relatore Edite Estrela.
Innanzitutto, quest’ultima Relazione in modo particolarmente incisivo – e questo è il motivo della mancata approvazione da parte del Parlamento europeo – intendeva impegnare lo stesso Parlamento europeo sui diritti delle donne nell’ambito delle procedure abortive e di contraccezione anche e soprattutto in relazione agli “ostacoli che impediscono di accedere a servizi adeguati, come l’ampio ricorso all’obiezione di coscienza, periodi di attesa non necessari dal punto di vista medico o consulenze non obiettive”, sottolineando inoltre “che gli Stati membri dovrebbero regolamentare e monitorare il ricorso all’obiezione di coscienza nelle professioni chiave in modo da assicurare che l’assistenza sanitaria in materia di salute riproduttiva sia garantita come diritto individuale” e che “il diritto all’obiezione di coscienza è un diritto individuale e non una politica collettiva”.
In secondo luogo, alla proposta di risoluzione Tarabella è stato aggiunto un emendamento volto a precisare che la competenza in materia è comunque riservata agli Stati membri, in qualche modo quindi depotenziando la stessa portata della Risoluzione.
Proprio il ridimensionamento dei contenuti rispetto alla Relazione Estrela e l’emendamento inserito alla proposta Tarabella hanno condotto il Parlamento europeo ad approvare la Risoluzione (si veda in proposito il significativo Tweet della parlamentare europea Silvia Costa che motiva il suo voto proprio in ragione di tale emendamento: https://twitter.com/SilviaCostaEU/status/575254255721971712).
Nonostante le rilevate criticità, si deve in ogni caso sottolineare l’importanza dell’approvazione di tale documento, soprattutto a seguito del vivace dibattito che aveva accompagnato la mancata votazione della Relazione Estrela.
Inoltre, si può auspicare che la Risoluzione Tarabella possa positivamente influenzare il nostro ordinamento, per porre fine all’attuale violazione dei diritti delle donne, come ha accertato il Comitato Europeo dei Diritti Sociali, e per implementare effettive ed efficaci misure in questa stessa direzione.