Negli ultimi 2 mesi sono 5 le sentenze a favore di adozioni gay avvenute in Italia. Un’accelerata storica, almeno per il nostro Paese, perché, da quando il 25 febbraio scorso la stepchild adoption è stata bocciata in Parlamento, l’adozione per le coppie gay sta diventando realtà dentro e fuori le aule di Giustizia. Massimo Clara, avvocato e co-fondatore di Vox, ha riflettuto su questo paradosso, dove finalmente “giudici e psicologi non danno ascolto all’ideologismo repressivo”.
La prima volta è stato un botto mediatico, oggi la notizia, sempre più frequente, va nelle pagine interne; presto non comparirà nemmeno più.
Va bene così.
Nel disegno di legge Cirinnà la stepchild adoption è stata levata (male: ma le leggi le approva questo Parlamento con queste maggioranze, ci piacciano o meno, ed in politica la regola è meglio l’uovo oggi che la gallina mai).
Però le coppie samesex i figli li hanno, e da tempo, e li educano bene e normalmente come qualsiasi coppia, ed il valore riconosciuto a queste famiglie non poteva non fare breccia nella cultura della giurisprudenza. L’ adozione “in casi particolari” è lenta, burocratica, anche costosa, ma non si può scacciare la realtà dalla porta, ci sarà sempre una finestra per farla rientrare.
È quello che sta accadendo ormai in molti tribunali sparsi per l’Italia, dove giudici e psicologi non trovano – ovviamente – motivi per non riconoscere un legame di vita, di amore, di educazione a favore di bambini che comunque già vivono e continuano a vivere in quelle che sono le loro famiglie, con o senza il bollino dell’anagrafe.
La discriminazione permane, e dovrà essere eliminata, ma è con soddisfazione, anzi con gioia per queste famiglie, che vediamo come il concetto della famiglia per scelta, amore e responsabilità abbia vinto nella società, e quindi necessariamente anche nelle aule di giustizia, dove si persegue il bene del minore, e non si dà ascolto all’ideologismo repressivo.