Secondo dati Istat le famiglie di fatto sono cresciute notevolmente negli ultimi anni, passando dal mezzo milione del 2007 alle 972 mila del 2011. Eppure, non esiste ancora una legge che possa regolare queste convivenze, nonostante la Corte Costituzionale nel 2010 e la Cassazione nel 2012 abbiano richiamato la politica a riconoscere queste coppie come “formazioni sociali meritevoli di tutela”, in riferimento soprattutto alle relazioni gay. Il Consiglio Nazionale del Notariato però ha deciso di intervenire con un’iniziativa. A partire dal 2 dicembre infatti tutte le coppie di fatto possono chiedere ai notai Contratti di convivenza. Anche le coppie omosessuali, potranno così accedere a una serie di diritti da sempre riconosciuti alle coppie etero sposate: dall’assegno di mantenimento dopo la rottura della relazione, alla cessione dell’abitazione al partner più debole economicamente dopo la fine dell’amore. Un tentativo importante, per colmare una grave mancanza da parte del Parlamento.
Il 30 novembre è stata la giornata dei Contratti di Convivenza, sotto il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato: molto bene, i notai hanno dato prova, civile e professionale, di sensibilità sociale per la tematica delle coppie (anche) del medesimo sesso, che potranno definire molte questioni economiche e patrimoniali della loro vita.
Non soltanto, però, non potranno essere risolti con quello strumento tutti i problemi sul tavolo (eredità, previdenza…) e i notai giustamente hanno sottolineato che per questo occorre una legge: ma risalta ancora una volta la discriminazione della legislazione negata.
E’ amaro per il cittadino vedere moti di soddisfazione per iniziative giuste come questa, così come per le tante decisioni dei giudici che – applicando il criterio indicato dalla sentenza 138 della Corte Costituzionale – riconoscono diritti a coppie che vorrebbero ma non possono sposarsi: e intanto il legislatore, con la sua latitanza, continua a negare l’istituto principe della vita di coppia.
Proseguendo su questa strada, arriveremo al giorno in cui le regole saranno al 90 per cento identiche, ma rimarrà la discriminazione per chi ha un orientamento sessuale diverso dall’etero?
La Costituzione Italiana ha quale principio fondamentale l’eguaglianza: ovvero, per tutti, il matrimonio paritario. Dobbiamo insistere.