Il “consumo di suolo” è un processo di trasformazione del territorio che comporta un’alterazione delle funzioni naturali ed il passaggio a condizioni artificiali di cui l’impermeabilizzazione rappresenta l’ultimo stadio. L’urbanizzazione del territorio pregiudica, irrimediabilmente e pressoché irreversibilmente, tutte le altre azioni di conversione e di salvaguardia.
Un suolo naturale è una struttura complessa, ricca di vita che fa da substrato sia ad un ecosistema naturale sia alle nostre necessità e a quelle di tutti gli esseri viventi: fornisce cibo, materie prime, regola il clima locale,protegge e mitiga i fenomeni idrologici estremi, decompone e mineralizza la materia organica.
Allo stesso tempo è anche una risorsa fragile che non viene percepita nella sua importanza e viene trattata con scarsa se non nulla attenzione nella valutazione degli effetti derivanti dalla perdita delle sue funzioni, che possono incidere su altri cicli naturali altrettanto importanti; il modo scorretto di gestione può dare origine a processi degradativi che sono in grado di arrivare a limitare o distruggere totalmente le funzionalità del suolo.
Il peggior nemico del suolo naturale è l’impermeabilizzazione, intesa come la costante copertura di un’area di terreno e del suo suolo con materiali impermeabili artificiali, come asfalto e cemento.
Per dare un’ idea di quanto possa incidere sulla nostra qualità di vita sappiamo che una volta distrutto o gravemente degradato, le generazioni future non vedranno ripristinato un suolo sano nel corso della loro vita.
L’Europa è particolarmente attiva nel tema in quanto, come risulta dalla strategia tematica per la protezione del suolo (COM(2006) 231) della Commissione europea e l’ultima relazione sullo stato dell’ambiente europeo a cura dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA, 2010b) considerano l’impermeabilizzazione come uno dei maggiori processi di degrado del suolo.
L’Europa è uno dei continenti più urbanizzati al mondo ed è stato stimato che nel 2006 la superficie complessiva di suolo impermeabilizzato equivalesse all’incirca a 100 000 km², ovvero il 2,3% della superficie dell’UE, pari a una media di 200 m² per abitante.
Percentuali di impermeabilizzazione elevate interessano tutti i principali agglomerati urbani, nonché gran parte della costa mediterranea, nella quale si è assistito a un aumento del 10% del suolo impermeabilizzato nei soli anni novanta.
Le immagini sovrastanti sintetizzano chiaramente quanto velocemente stiamo perdendo suolo sia in Italia che in Europa. Ora, quindi, ci troviamo di fronte all’importante sfida di dover conciliare le attività economiche e la crescita da un lato con aspetti di natura culturale, sociale e ambientale dall’altro, in cui le città hanno e avranno un ruolo senza uguali nel fornire gli elementi costitutivi della qualità della vita da ogni punto di vista: ambientale, culturale e sociale.