Le elezioni americane che hanno sancito la vittoria di Donald Trump aprono adesso uno scenario politico complesso, fatto di punti critici e nuove opportunità. Tra poteri esecutivi e l’elezione di uno dei nove giudici della Corte Suprema, Marilisa D’Amico, costituzionalista e co-fondatrice di Vox, ci spiega che cosa potrebbe cambiare nella politica americana. Con una riflessione: che parla di un’America incapace di superare le discriminazioni.
Trump ha vinto ottenendo la maggioranza sia al Senato sia nella Camera dei Rappresentanti, un evento accaduto solo con 13 presidenti americani. Che cosa significa in termini politici questa vittoria?
“Premetto che alle presidenziali si sono scontrati due candidati che non sono la massima espressione degli schieramenti che dovevano rappresentare. Il percorso delle primarie americane, che prevede un’elezione dove è il popolo a scegliere il suo candidato, è però da inscrivere in una cornice che deve invitarci a riflettere. Tutti i partiti, infatti, a differenza da quanto avviene in Italia, godono di finanziamenti privati che quindi avvantaggiano chi possiede soldi e penalizza chi riceve meno investimenti. Detto questo, il Presidente americano gode di un potere esecutivo ed esercita un potere legislativo attraverso la sanzione o il veto di leggi proposte dal Congresso. Nel caso di Trump, nonostante ci sia una maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e in Senato, bisogna tener presente che la prima viene eletta ogni due anni (elezioni di mid term), mentre il secondo viene eletto per un terzo ogni due anni. Per questo, la maggioranza all’interno degli organi potrà tranquillamente cambiare nei prossimi anni”.
Quali scenari si aprono adesso nella politica americana? Quali sono i punti critici?
“C’è una cosa che avrà un ruolo fondamentale nella politica di Trump: l’elezione di uno dei 9 Giudici della Corte Suprema che prenderà il posto del super conservatore Antonin Scalia (morto lo scorso febbraio). Il compito di eleggere il nuovo giudice (una delle scelte lasciata in sospeso da Obama) spetta adesso al nuovo Presidente Trump con la conseguenza che le probabilità di eleggere un profilo conservatore quanto (o più) di Scalia siano molto alte. Questa scelta influenzerà il corso della politica e della società americana dei prossimi anni, andando a mettere in discussione temi come l’aborto o la condizione femminile”.
Quali elementi pensa abbiano influito sulla vittoria di Trump? O meglio: perché Hillary Clinton ha fallito nella sua corsa alla Presidenza degli Stati Uniti?
“La vittoria di Donald Trump racconta di un’incapacità nell’affrontare il tema della discriminazione in America (e non solo). Le conquiste che sono state raggiunte (come ad esempio il matrimonio tra persone omosessuali) sono sempre state percepite dalla società come traguardi di pochi, e non universali. In più, ciò in cui ha fallito Hillary è stato il non riuscire a costruire una comunicazione in grado di raccontare la trasformazione al femminile nella società. In molti hanno creduto che bastasse essere donna per vincere, mentre al contrario, è stato premiato chi ha cavalcato i temi del sessismo e della misoginia. Un vero passo indietro per la società e i diritti americani”.