La Corte Costituzionale ha pubblicato le motivazioni sulla sentenza del 9 aprile scorso sull’incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa della legge 40. Un divieto, che ha causato la sofferenza di migliaia di coppie, ora pronte a ricorrere alle tecniche di pma. Alessandra Vucetich, medico ginecologo e membro del direttivo di PRO-FERT, Società italiana di Conservazione della fertilità, e di CECOS ITALIA, Associazione italiana per la lotta alla sterilità, ci spiega perché la decisione della Corte è giusta e condivisibile.
L’abolizione del divieto di fecondazione eterologa è giusta e condivisibile perché:
1. Permette a tutte le coppie infertili di essere curate nel loro Paese, eliminando l’odioso ricorso all’esilio riproduttivo proprio per i pazienti più bisognosi, quali:
- maschi azoospermici
- donne in menopausa precoce
- uomini e donne divenuti sterili dopo trattamenti farmacologici per gravi malattie (chemioterapici, antivirali, citostatici)
- pazienti con anni di trattamenti pma infruttuosi alle spalle ma ancora in età potenzialmente riproduttiva
2. Riduce, e non amplifica, l’aspetto di mercimonio di gameti (maschili ma soprattutto femminili), poiché obbliga alla riflessione sulla più adeguata modalità di recupero e di utilizzo dei gameti stessi da parte dei soggetti donatori
- gratuità o meno della donazione
- garanzia di anonimato del donatore
- divieto di disconoscimento del nato, già previsto dalla legge
3. Restituisce equilibrio alla posizione dell’Italia nell’ambito dei paesi europei per quanto riguarda gli standard di buona pratica clinica
4. Sottolinea e rinforza l’aspetto della più completa uguaglianza per tutti i nati: da concepimento naturale, da fecondazione omologa, da fecondazione eterologa. Per la legge italiana la madre è colei che partorisce.
5. Stempera ed indebolisce il concetto di genitorialità genetica, rinforzando l’aspetto, da sempre presente nella nostra società (adozione di minori abbandonati) della genitorialità della mente e del cuore.
6. Risulta fortemente innovativa poiché rinforza l’aspetto epigenetico della maternità: nel corso della vita intrauterina il materiale genetico del donatore si assimila parzialmente, ma non impercettibilmente, alle caratteristiche della madre.
Per tutte queste ragioni e nonostante tutte le difficoltà che verranno incontrate nel costruire adeguati programmi di assistenza per le coppie che necessitano di fecondazione eterologa, la decisione della Corte costituzionale appare opportuna oltreché indiscutibilmente giusta. Essa è infatti senza dubbio migliore del suo contrario: l’unico effetto prodotto dal divieto di fecondazione eterologa in Italia è stato quello di abbandonare a se stessi pazienti bisognosi di cure. Costoro hanno dovuto rinunciare alla cura oppure affrontare il rischio di trattamenti medici “oltre-frontiera”.