La settima edizione della Mappa dell’intolleranza promossa da Vox Diritti permette, come sempre, un’importante riflessione sul tema dei linguaggi d’odio e della socialità digitale nei tempi contemporanei. Da questa prospettiva, la sociologia e alcuni suoi concetti permettono di aprire riflessioni sempre più necessarie alla luce dell’evidente uso per finalità discriminatorie che viene fatto dei social network. Una prima riflessione che emerge è il bisogno di ripensare le relazioni sociali alla luce dell’influenza e delle ricadute che le identità digitali e con esse le loro comunicazioni hanno nella vita di tutti i giorni e per la vita di tutti. La fase nascente dei social network circa un ventennio fa e la diffusione pervasiva che è seguito avevano ammantato queste piattaforme comunicative come promotrici di contatti e relazioni sociali. Il tempo trascorso ha posto in evidenza che questa iniziale premessa è stata in parte mantenuta ma allo stesso tempo si sono aperte opportunità per un utilizzo discriminate di questi canali comunicativi. I discorsi d’odio, come ben evidenziato dalle varie edizioni della Mappa dell’Intolleranza, sono uno spaccato dei fenomeni comunicativi digitali, sottolineando con la caratteristica digitale che queste narrative d’odio diventano pervasive e producono effetti nella vita reale e non sono confinate unicamente al mondo online. In questo scenario così complesso e articolato, si sommano anche gli orientamenti prodotti dai mass media tradizionali, sempre più attori protagonisti di comunicazioni che orientano e influenzano in un circolo senza fine le narrazioni sui social. La nuova Mappa dell’Intolleranza mostra come a livello nazionale siano in atto queste dinamiche sociali e come le piattaforme social giochino un ruolo fondamentale per la dimensione della socialità e della relazioni con altri. In accordo ad una prospettiva sociologica, la Mappa pone in evidenza quanto ancora la categoria sociale delle donne sia fra quelle più esposte e vulnerabili ai messaggi d’odio. Ciò suggerisce un atteggiamento culturale polarizzato, condiviso che merita attenzione sul versante dell’educazione sociale e del rispetto per gli altri. Per quanto riguarda la categoria degli omossessuali si nota una crescita di atteggiamenti e atti violenti soprattutto in relazione a forme sociali di bullismo e discriminazione sempre più violenti che negli ultimi anni segnano una tendenza all’aumento. In questo contesto permane anche la discriminazione mediante messaggi d’odio verso la categoria sociale degli ebrei e ciò in considerazioni di radici storico – sociali che influenzano la percezione di questo gruppo sociale e orientano i pregiudizi. Le altre categorie sociali considerate dalla rilevazione della Mappa, come per esempio gli stranieri, mostrano tendenze piuttosto omogenee con il passato mentre per quanto riguarda gli islamici l’associazione mondo islamico e terrorismo rimane una tendenza importante e in crescita in occasione di alcuni eventi internazionali. Un ultimo aspetto rilevante concerne il fenomeno che presenta la categoria sociale disabili in quanto attraverso l’analisi delle rilevazioni fatte è emersa un utilizzo estensivo del linguaggio discriminante per questo gruppo sociale che viene applicato anche verso altre categorie sociali, non rappresentanti forme di disabilità specifica. Infine, per quanto concerne il panorama italiano, la Mappa mostra un Paese ancora fortemente attraversato da linguaggi d’odio e da un utilizzo dei social in parte finalizzato alla diffusione di pregiudizi e di atteggiamenti di esclusione. Si evince una spirale di radicalizzazione comunicativa e con forti ripercussioni anche negli atteggiamenti e nei comportamenti sociali, data in prevalenza da una cronicizzazione di tali fenomeni che sta erodendo parte della possibilità di intervenire e produrre dei cambiamenti di lungo periodo, sia nell’uso dei social sia nelle modalità di relazionarsi.
Per il futuro si vede necessario un ripensamento del ruolo dei media e delle piattaforme social, considerati non più solo come mezzi comunicativi ma anche come promotori di certi atteggiamenti polarizzati. Questa dinamica è sempre più vera considerando le attuali identità digitali, per le quali le dimensioni online e off-line appaiono sempre più dai contorni indefiniti ma con ricadute reali nella sfera dei diritti umani e del rispetto delle persone tutte. Si auspica quindi una nuova e necessaria educazione all’utilizzo dei media tradizionali e nuovi, così da poter vedere garantiti i diritti di tutti e una efficace fruizione dei mezzi di comunicazione.