Mercoledì 5 luglio la Camera ha approvato – dopo 4 anni di discussione parlamentare – il disegno di legge che introduce in Italia il reato di tortura: 198 i voti favorevoli, 35 contrari e 104 astenuti, per una legge che prevede fino a 12 anni di carcere per i responsabili. Ecco cosa ne pensiamo.
di Massimo Clara
Viene da dire: finalmente! E tanto basti, abbiamo impiegato anni per avere una legge dovuta, un altro tassello di civiltà giuridica va al suo posto. Finalmente, certo: siamo molto soddisfatti, sappiamo che non è una legge perfetta, ma le leggi si fanno con il Parlamento che si ha, e questo è comunque un grande successo.
Una riflessione in più, però, merita di essere fatta. Appunto, ci sono voluti tanti anni e molti sono stati gli avversari… perché? Pare strano, ma a opposi sono state forze politiche e parlamentari che si presentano quali difensori delle forze dell’ordine. Viene da chiedersi quale concetto abbiano costoro di poliziotti e carabinieri, i quali sarebbero le vittime predestinate di questa legge. È possibile credere che i nostri poliziotti e carabinieri siano un’ accolita di ignoranti e violenti, inclini sempre a usare la violenza, da proteggere, però, perché tuttavia indossano una divisa? Immagine falsa e insultante: è ovvio non ci sono in giro bande di bambinoni un poco teppisti, ma dotati di uniforme, dei quali proteggere le “ragazzate”.
Se allora il presunto difensore di poliziotti e carabinieri deve offendere i suoi protetti, per opporsi a una legge di civiltà (chi può essere favorevole alla tortura?), una questione più profonda deve esistere. Il fatto è che nelle sottocultura borbonica ancora diffusa rimane il pensiero che l’ autorità abbia il diritto di fare qualcosa oltre la legge. Due ceffoni a un ladruncolo, un po’ di botte a un rapinatore, a un assassino o a un terrorista che cosa vuoi che siano?
L’ idea è sempre che in nome di un bene superiore – e chi è in divisa rappresenta per definizione il bene superiore – abbia a disposizione un’ area grigia, una zona franca dove la legge non vale, un’immunità che discende dal potere.
Ecco, è qui che sta il valore ideale di questa nuova norma. Sta scritto che la legge è uguale per tutti e non sempre riusciamo a far sì che questo sia vero, ma in ogni caso oggi abbiamo fatto un passo avanti sulla strada che allontana dalla cultura del privilegio. Con un grande grazie a carabinieri e poliziotti, ottime persone, che ogni giorno lavorano per i cittadini e per le istituzioni, e che non meritano di essere difesi da chi li dipinge come manganellatori compulsivi.