La Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne deve essere l’occasione per fermarci a riflettere sul drammatico problema della violenza di genere. La gravità del problema è stata colta anche dal nostro legislatore, il quale ha recentemente introdotto alcune norme contro la violenza di genere (Decreto legge 14 agosto 2013, n. 93, “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere”, convertito in legge Legge 15 ottobre 2013, n. 119).
Il passo più importante è certamente rappresentato dalla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne. La Convenzione rappresenta il primo strumento internazionale in grado di vincolare gli Stati ad adottare normative capaci di contrastare e prevenire qualunque tipo di violenza contro le donne. Oltre a prevedere forme concrete di assistenza e prevenzione, la Convenzione impone agli Stati di perseguire i reati in essa riconosciuti come violenza fisica, violenza psicologica, atti persecutori, violenza sessuale e stupro, matrimonio forzato, mutilazioni genitali femminili, aborto forzato e sterilizzazione forzata, delitti di onore e molestie sessuali.
Chiaro nella Convenzione di Istanbul, è il collegamento tra il fenomeno della violenza e la mancanza di un’effettiva parità di genere. Generalmente, infatti, il livello di attuazione delle politiche di pari opportunità di un Paese riflette il livello di coscienza del problema della violenza sulle donne da parte della società. Tutte le politiche antidiscriminatorie che contribuiscono al diffondersi della parità fra i generi servono al tempo stesso come prevenzione e, alla lunga, come limitazione della violenza contro le donne.
Proprio per tale ragione la Convenzione pone l’accento sulla prevenzione alla violenza di genere, che deve essere attuata mediante strumenti di sensibilizzazione, educazione, formazione, ricerca.
Il progetto della Mappa dell’Intolleranza di Vox – Osservatorio italiano sui diritti risponde esattamente a quanto stabilito nella Convenzione, rappresentando uno strumento fondamentale di prevenzione alla violenza. Grazie alla geo-localizzazione dei tweet discriminatori riusciremo a mappare le zone dove l’odio nei confronti delle donne è maggiormente radicato, consentendo di comprendere anche quei lati più oscuri del territorio, dove lo Stato molte volte non riesce ad arrivare. La mappa sarà quindi una base di lavoro per le amministrazioni, locali e statali, le quali potranno riconoscere i luoghi e l’entità della violenza. Oltre a rappresentare uno strumento di prevenzione, la mappa consentirà di porre in atto politiche di contrasto alla violenza di genere, mirate e studiate per uno specifico territorio. Non limitandosi all’individuazione della sola intolleranza contro le donne, la mappa consentirà di prevenire e contrastare altre forme di violenza, come l’omofobia o le violenze contro le persone con disabilità.
Poco più di un anno fa quando abbiamo fondato Vox, ci siamo posti la sfida di aumentare il livello di coscienza dei diritti e di contribuire attivamente alla garanzia dei diritti fondamentali in Italia. Con la Mappa dell’Intolleranza abbiamo compiuto un passo fondamentale nella lotta contro le discriminazioni e la violenza, ed è su questa strada che Vox deve continuare.