Sono 168 milioni i bambini sfruttati nel mondo, 260.000 in Italia. Una piaga, cui è tempo di mettere fine. Mentre si celebra nel mondo la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, è fondamentale puntare sulle politiche di protezione sociale, poiché, come ormai noto, è la povertà la prima causa dello sfruttamento del lavoro minorile. Ne riflette per Vox Isabella Menichini, dirigente pubblico esperto di politiche e diritti sociali.
Oggi si celebra la Giornata mondiale contro il lavoro minorile con iniziative promosse in Italia e nel mondo da organizzazioni dedite alla tutela e promozione dei minori, da istituzioni nazionali ed internazionali, da associazioni ed enti. Quest’anno il 12 giugno è dedicato alla centralità del ruolo della protezione sociale nella lotta contro il lavoro dei minori.
L’ILO, l’Organizzazione internazionale per il Lavoro, che prima fra tutte ha avviato campagne di sensibilizzazione e programmi operativi nei Paesi per combattere la piaga dello sfruttamento del lavoro minorile, lancia oggi una nuova edizione della campagna Cartellino rosso al lavoro minorile, in occasione dell’inizio del Campionato mondiale di calcio in Brasile, richiamando la funzione del cartellino rosso negli sport che determina l’espulsione in caso di fallo. Sin dal 2002 l’ILO, con il Programma internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile (IPEC), ha adottato questo simbolo per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla prevenzione, il contrasto e l’eliminazione del lavoro minorile.
Nella presentazione dell’evento l’Organizzazione ricorda i contenuti della mobilitazione del 12 giugno: «un impegno per introdurre, migliorare ed estendere la protezione sociale, in linea con la Raccomandazione dell’Ilo n. 202 sui sistemi di protezione sociale di base; sistemi nazionali di sicurezza sociale adatti ai bisogni dei bambini e che contribuiscano al contrasto del lavoro minorile; una protezione sociale per i minori particolarmente vulnerabili».
Save The Children con il Ministero della Giustizia presenta in occasione del 12 giugno i primi risultati di un‘indagine dedicata al tema del lavoro minorile e i minori nel circuito della giustizia penale. La ricerca intende approfondire «il rapporto tra il lavoro minorile e il coinvolgimento dei minori in circuiti illegali e anche la percezione che del lavoro hanno i ragazzi e le ragazze all’interno del circuito penale: se sia considerato uno strumento positivo, in un’ottica “rieducativa” e di emancipazione da comportamenti illegali e devianti».
Ma anche Papa Francesco ha lanciato un appello forte per ricordare il 12 giugno perché nel mondo si metta fine al lavoro minorile e allo sfruttamento dei bambini, mostrando la cartolina della campagna “Tutti insieme contro il lavoro minorile”.
Vox Diritti vuole ricordare questo importante appuntamento. Abbiamo già evidenziato che, nonostante l’impegno della comunità internazionale e delle tante Agenzie e organizzazioni per combattere ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile, i risultati sono ancora poco incoraggianti. L’ILO ricorda oggi che per combattere il lavoro minorile bisogna andare alla radice del problema rafforzando ad esempio la protezione sociale che rappresenta un aspetto fondamentale della risposta perché è lo strumento che può proteggere i minori e le loro famiglie, dando loro le stesse opportunità “nel realizzare il proprio potenziale e nel vivere una vita in buona salute, felice e produttiva». E’ la povertà infatti una delle cause principali dei minori al lavoro: bisogna sostenere le famiglie perché non siano costrette a fare ricorso al lavoro dei loro piccoli per assicurare una fonte di sussistenza all’intero nucleo famigliare. La protezione sociale mira a sostenere ed assistere queste famiglie per aiutarle a superare situazioni di difficoltà determinate dalla povertà e da altre cause. Gli strumenti di protezione sociale più efficaci contro il lavoro minorile comprendono, fra l’altro, programmi pubblici per l’occupazione, le prestazioni in caso di maternità e la protezione contro la disoccupazione.