La campagna di Vox Diritti #leparolefannomale sta avendo molto successo sui social e sulle testate nazionali. Dopo la diffusione dei primi quattro video, realizzati dagli studenti dell’Università Cattolica di Milano, si apre una nuova tappa del progetto: durante il convegno “Gli Stati generali dell’alternanza scuola lavoro”, presso l’Università degli Studi di Milano il prossimo 10 aprile, i ragazzi del Liceo Classico “Giovanni Berchet” racconteranno la loro esperienza nella realizzazione di uno dei video della campagna; subito dopo, si aprirà un tavolo per organizzare iniziative di contrasto e prevenzione al cyberbullismo in tutte le scuole di Milano.
di Cecilia Siccardi
Quasi 40mila persone sono state raggiunte sui social network e decine di testate nazionali (dalle agenzie di stampa ai periodici, dai quotidiani alle radio) hanno parlato di noi: la campagna #leparolefannomale, ideata da Vox Diritti per contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo, a circa un mese dal suo lancio ha registrato numeri importanti. I video realizzati dagli studenti dell’Università Cattolica (Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse) hanno colpito il segno, raggiungendo oltre 37mila persone e registrando più di 12.500 visualizzazioni in totale (14.619 persone e 4,4 mila visualizzazioni in particolare, per il primo video).
La prossima tappa del progetto si apre ora il 10 aprile, in occasione del convegno “Gli Stati generali dell’alternanza scuola lavoro”, ospitato dall’Università degli Studi di Milano (ore 14.30, via Festa del Pedono n. 7, Aula Magna), alla presenza della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, dell’assessore all’Istruzione di Regione Lombardia, Valentina Aprea, della vicesindaca Anna Scavuzzo e del rettore dell’Università degli Studi di Milano Gianluca Vago. Durante il convegno sarà presentato il video realizzato dagli studenti del Liceo classico “Giovanni Berchet”, “Le parole fanno male”, che dà il nome alla campagna di Vox.
#LEPAROLEFANNOMALE NEI LICEI
Oltre agli studenti dell’Università Cattolica, autori dei primi quattro video della campagna, sono stati coinvolti infatti anche i più giovani studenti dei licei. Questo nella convinzione non solo della necessità di azioni di sensibilizzazione e prevenzione nelle nostre città, per promuovere una cultura dei diritti e della tolleranza, ma anche della possibilità di realizzare alcune di queste azioni proprio con il contributo dei giovani, i principali protagonisti dei social network e della rete, dove l’odio si insinua facilmente e velocemente. Ricordiamo che in Italia il 28% dei ragazzi italiani tra i 14 e i 18 anni è o è stato vittima di bullismo, l’8,5% di episodi di cyberbullismo. Circa la metà di questi ultimi pratica autolesionismo e il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio. (dati AdoleScienza.it e Skuola.net). Un fenomeno che è solo una delle tante possibili conseguenze dell’hate speech che dilaga in rete: secondo l’ultima “Mappa dell’Intolleranza”, è intollerante un tweet su sei, tra quelli riguardanti soggetti “sensibili” come le donne, i musulmani, gli omosessuali, gli immigrati, i diversamente abili, gli ebrei (412.716 tweet intolleranti su un totale di 2.659.879).
IL PROGETTO
Nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro promossi dall’Università degli Studi di Milano e da Vox, 20 studenti del liceo Berchet di Milano hanno lavorato, da gennaio ad aprile, sui temi delle discriminazioni, dell’hate speech e del cyberbullismo. Obiettivo del progetto, basato sul metodo della peer education, era quello di stimolare gli studenti a trovare loro stessi le modalità per comunicare e sensibilizzare i loro coetanei su questi temi, per comprendere e far conoscere i rischi e le conseguenze che alcune parole possono avere se usate in certi contesti, come i social network. Inizialmente, gli studenti sono stati chiamati ad analizzare i risultati delle diverse edizioni del progetto “La Mappa dell’Intolleranza” e a ragionare, sotto la supervisione dei tutor (psicologi, giuristi ed esperti di comunicazione di Vox e dell’Università degli Studi di Milano), sui temi delle discriminazioni, del cyberbullismo e del linguaggio dell’odio, in modo da comprendere a fondo l’entità, i rischi e le conseguenze del fenomeno. Nella seconda fase del progetto gli studenti, divisi in 4 gruppi, si sono messi in gioco autonomamente per ideare loro stessi i modi di comunicazione più efficaci e riuscire, così, a sensibilizzare i loro coetanei sul tema. Sono stati quindi ideati quattro progetti diversi: una presentazione sul tema della misoginia, un’intervista doppia sul tema dell’intolleranza, un video che mostra l’odio contro le donne sul web e un video sull’impatto delle parole discriminatorie. Al termine delle settimane di lavoro, gli studenti hanno votato il progetto che, secondo la loro sensibilità, risultava maggiormente in grado di far comprendere un tema così delicato ai loro coetanei. Il video vincitore, “Le parole fanno male”, mostra come parole quotidianamente utilizzate dai ragazzi con leggerezza e superficialità – “frocio”, “troietta”, “down”, per citarne solo alcune -, se usate in contesti pubblici come i social, possano trasformarsi in strumenti d’odio, capaci di ferire e, talvolta, di uccidere.
#LEPAROLEFANNOMALE E’ SOLO L’INIZIO
Il convegno del 10 aprile, quindi, sarà anche l’occasione per tornare a parlare del fenomeno del cyberbullismo, una realtà su cui non possiamo abbassare la guardia. Il convegno non vuole rappresentare il momento conclusivo del progetto, ma essere un primo passo per organizzare iniziative sui temi del contrasto e della prevenzione al cyberbullismo in tutte le scuole della città. E, con la proiezione del video del Liceo Berchet, gli stessi studenti continueranno a farsi portavoce del progetto di Vox #leparolefannomale.