Vox Diritti lancia la campagna #leparolefannomale, due progetti di peer education che hanno coinvolto gli studenti dell’Università Cattolica e i ragazzi del Liceo Berchet di Milano. La campagna si avvale anche della partecipazione di Gianluigi Buffon e del sostegno della Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha commentato: “Il fenomeno dell’hate speech va combattuto su più piani, ma decisivo è l’intervento di tipo culturale e formativo”.
di Ilaria Liberatore
Ci sono l’impegno e l’entusiasmo di studenti universitari e liceali, decisi a realizzare campagne di comunicazione per i loro coetanei; c’è la partecipazione straordinaria del capitano della Nazionale Italiana di calcio, Gianluigi Buffon e c’è il sostegno della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini; ma c’è anche, purtroppo, la totale indifferenza della società riscontrata durante un “esperimento sociale” condotto dai ragazzi a Milano, Roma e Torino. Sono questi gli “ingredienti” della campagna contro il cyberbullismo #leparolefannomale, lanciata oggi da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, e che ha coinvolto studenti dell’Università Cattolica e del Liceo Berchet di Milano: un progetto innovativo dedicato a coloro che più di tutti pagano le conseguenze dell’odio in rete: i giovani.
Bullismo e cyberbullismo: una piaga ancora aperta
È di ieri la notizia dell’arresto, a Vigevano, di quattro minori coinvolti in un gravissimo caso di bullismo: sono accusati di riduzione in schiavitù, stato di incapacità procurato mediante violenza e stupro nei confronti di un loro coetaneo. Non solo: avrebbero fotografato le violenze e condiviso le immagini sui social network. È solo l’ultimo degli episodi di bullismo che riempiono le pagine di cronaca. Il fenomeno, infatti, è tutt’altro che sporadico nel nostro Paese: il 28% dei ragazzi italiani tra i 14 e i 18 anni è o è stato vittima di bullismo, l’8,5% di episodi di cyberbullismo; circa la metà di questi ultimi pratica autolesionismo e il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio (dati AdoleScienza.it e Skuola.net). Si tratta di una vera e propria emergenza, strettamente legata alla diffusione del linguaggio dell’odio, in inglese hate speech: la seconda edizione della Mappa dell’Intolleranza (il progetto di Vox realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Sapienza Università di Roma e Università di Bari Aldo Moro) ha documentato che ogni sei messaggi twittati, uno ha connotati decisamente intolleranti (412.716 tweet intolleranti su un totale di 2.659.879) contro le donne, i musulmani, gli omosessuali, gli immigrati, i diversamente abili, gli ebrei.
I giovani protagonisti della campagna #leparolefannomale
La campagna di Vox #leparolefannomale ha coinvolto in primo luogo alcuni studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse), che hanno raccontato il fenomeno del cyberbullismo dal loro punto di vista, realizzando quattro video. In un progetto di peer education, svolto sempre con il supporto degli studenti dell’università Cattolica, sono poi stati coinvolti anche un gruppo di ragazzi del Liceo classico Berchet, che hanno lavorato alla progettazione di una campagna di prevenzione del cyberbullismo da proporre ai loro coetanei: il progetto rientra nel programma di alternanza scuola-lavoro. In uno dei video della Cattolica compare Gianluigi Buffon, portiere della Juventus e capitano della Nazionale Italiana. È la prima volta che il capitano partecipa a una campagna contro gli insulti in rete, a testimoniare la drammaticità di quella che sta diventando una vera e propria emergenza sociale. “Abbiamo pensato che un personaggio del mondo dello sport fosse l’ideale per dar voce al nostro messaggio – spiega a Vox Marta Menchini, una delle autrici del video di cui Buffon è protagonista -. Volevamo dimostrare che, se il calcio a volte è veicolo di offese, è vero anche che lo sport ha il potere di unire, più che dividere”. La campagna ha ricevuto anche il sostegno della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini: “Sono contenta che la campagna di Vox #leparolefannomale sia realizzata da ragazzi e ragazze e destinata ai coetanei – ha commentato la Presidente della Camera, Laura Boldrini -. Questa crescente consapevolezza del problema da parte delle giovani generazioni è un segnale positivo, perché sottintende dialogo, confronto e scambio di vedute fra di loro. Tutti dobbiamo fare la nostra parte: alla Camera abbiamo voluto dare un contributo con l’istituzione della Commissione contro l’odio e l’intolleranza, dedicata alla deputata britannica Jo Cox. Il fenomeno dell’hate speech va combattuto su più piani, ma decisivo è l’intervento di tipo culturale e formativo, come quello che voi state praticando”.
#leparolefannomale, ma l’indifferenza ancora di più
Tra i video realizzati dagli studenti dell’Università Cattolica, ce n’è un altro che colpisce, in particolar modo, per la totale indifferenza che è riuscito a documentare: si tratta di un vero e proprio “esperimento sociale”, girato a Milano, Roma e Torino, in quattro happening di quattro ore ciascuno, a cui hanno assistito circa 100 persone al minuto, per un totale di circa 100 mila persone. Per testare il livello di reattività alle parole che avvelenano il linguaggio sui social, i ragazzi hanno “indossato” cartelli di insulti rivolti a donne, migranti, disabili. Il risultato? Quasi nessuno dei passanti ha reagito. “Non ci aspettavamo una reazione di quel tipo –raccontano a Vox Ilaria Rossini e Francesco Todeschini, tra gli autori dell’ “esperimento” -. Anzi, avevamo paura di eventuali reazioni accese e violente da parte di passanti indignati, tanto che c’era sempre uno di noi che controllava che fossimo al sicuro”. Tra le tre città ci sono state “differenze piuttosto nette nella reazione dei passanti – spiegano i ragazzi -. A Roma c’erano molti turisti, ci hanno fotografato tanto, ma ci sono state poche reazioni. Tra queste, qualche commento infelice. A Torino nessuna reazione palese, ma qualcuno ha allertato la Polizia. Solo a Milano qualcuno si è avvicinato per consigliarci di togliere il cartello”.
Ecco il video girato dal primo gruppo di ragazzi:
La forza del bullo sta nell’indifferenza degli altri
Mettersi nei panni del bullo non è stata una passeggiata per questi ragazzi: “E’ stato difficile mettersi in piazza con un insulto che non condividevamo – raccontano -. Il tempo non passava mai e non vedevamo l’ora di toglierci di dosso quelle offese”. Ma è stato grazie a quest’esperienza e grazie alla non-reazione dei passanti che hanno capito “che la forza del bullo non è tanto nel bullo stesso, quanto nella massa di indifferenti che lo circonda”.
Combattiamo il cyberbullismo tutti insieme
“L’indifferenza verso l’utilizzo di parole generate per dividere e discriminare – spiega Silvia Brena, giornalista e co-fondatrice di Vox – ci parla di una società segmentata e impaurita, che può diventare inevitabilmente preda di fantasmi del passato. Al contrario, imparare a usare le parole capaci di elaborare emozioni e non lanciate come mattoni addosso agli altri, apre al confronto e all’inclusione”. “Le parole d’odio sono veicolo di discriminazioni e stereotipi che ostacolano l’eguaglianza effettiva, come sancita dalla nostra Costituzione – afferma Marilisa D’Amico, costituzionalista e co-fondatrice di Vox -. Per questo i risultati della Mappa dell’Intolleranza dovrebbero rappresentare un segnale chiaro per la politica e per le istituzioni: i diritti non si garantiscono solo sulla carta, ma è necessario agire sul contesto culturale con azioni concrete e di prevenzione”.
#leparolefannomale sarà veicolata da Vox- Osservatorio italiano sui diritti attraverso i social. La campagna prelude al lancio della terza edizione della Mappa dell’Intolleranza: la rilevazione dei tweet discriminanti partirà infatti a fine marzo, per concludersi entro fine anno con la redazione del rapporto finale.