Il nuovo ddl sulle unioni civili, ribattezzato Cirinnà bis, è da poco approdato in Senato. Il testo, che sembra aver messo d’accordo tutte le anime del Partito Democratico e della maggioranza, oltre a conferme, prevede alcune novità: riconosce per le coppie di fatto la maggioranza dei diritti e dei doveri previsti in caso di matrimonio, ma esclude le adozioni e trasforma le unioni civili in “specifiche formazioni sociali”. Nel commento per Vox, Massimo Clara invita a non trincerarsi dietro ad apparenti proclamazioni che in realtà potrebbero rivelarsi pretesti per il mantenimento dello status quo.
I diritti delle coppie same-sex si impongono all’agenda politica, e questo è un bene: ma pare necessario distinguere i fatti dalle interessate dichiarazioni volte solo a sottolineare l’ identità ed il presunto puro rigore di chi le pronuncia. Il disegno di legge Cirinnà ha fatto qualche passo in avanti, è approdato all’aula del Senato; ma la discussione della sessione di bilancio lo vede oggi rinviato sine die.
Il progetto delle unioni civili presenta luci e ombre: riconosce la maggioranza dei diritti, pur se è limitativo sull’adozione e soprattutto sconta l’ipocrisia lessicale di acrobazie linguistiche che lo tengono apparentemente lontano dal concetto di famiglia. Il matrimonio egualitario è l’unica soluzione effettivamente non discriminatoria, non pare credibile però trattare la questione prescindendo dal dato politico: c’è una maggioranza di Governo, c’è una composizione del Parlamento, in particolare del Senato, e non tenerne conto condanna all’impotenza.
Dunque, o si pensa – e lo si dovrebbe dire – che qualsiasi legislazione intermedia è inutile e dannosa, e allora si mantiene l’attuale nulla legislativo. O si ritiene che comunque questo disegno di legge rappresenta dei passi in avanti, e allora lo si difende e lo di perfeziona. Una lettura oggettiva non consente dubbi: non è il meglio, ma riconosce molto, non dà tutto ma offre garanzie rispetto allo zero odierno; e non preclude iniziative, sia legislative per il matrimonio egualitario, sia giudiziarie per il riconoscimento di diritti, costituzionalmente protetti, che rimanessero esclusi.
Anche il tema della stepchild adoption appare spesso discusso come se si trattasse di uno specchietto per le allodole. Certamente la stepchild adoption è giusta e doverosa, un affido rinforzato risulterebbe di diminuita garanzia per il minore. Peraltro, se si guardano le famiglie come oggi sono, già constatiamo la grande diffusione appunto di famiglie con doppia figura genitoriale del medesimo sesso, e il polverone sulla definizione giuridica risulta di costrutto assai modesto.
Che si approvi questa legge, allora: non è la fine del cammino, ma la proclamazione “tutto o niente” appare come la scusa per il lamento e il pretesto per il mantenimento dello status quo.
P.S. Il Consiglio di Stato dice che i Prefetti possono cancellare le trascrizioni dei matrimoni esteri. Questione interessante per gli avvocati amministrativisti, questione praticamente senza peso per i cittadini, visto che – come si sa – si tratta di atti meramente dichiarativi, politicamente e simbolicamente importanti ma privi di effetti per l’ordinamento giuridico italiano. Non facciamoci distrarre, please.