Lo scorso 5 giugno la Corte Europea per i diritti umani ha autorizzato il distacco della nutrizione e dell’idratazione artificiali di Vincent Lambert, un cittadino francese di 39 anni tetraplegico dopo un incidente avvenuto nel 2008 e in condizione vegetativa dal 2014. Con 12 sì e 5 no, i giudici hanno confermato l’autorizzazione da parte del consiglio di stato francese, che nel 2014 si era pronunciato a favore di uno stop alle cure nonostante il caso abbia spaccato sia il Paese, sia la famiglia (la moglie si è battuta per sospendere la terapia, i genitori erano invece contrari). La vicenda, che ricorda per molti versi il caso italiano di Eluana Englaro evidenzia il grande vuoto normativo che ancora esiste in molti Paesi europei. Mentre infatti porre fine alla vita di un paziente consenziente è permesso in Belgio, Olanda e Lussemburgo, in Italia una legge di iniziativa popolare sull’eutanasia giace in Parlamento da due anni senza ancora essere stata calendarizzata. Abbiamo chiesto a Massimo Clara, avvocato per i diritti civili, di commentare per VOX la sentenza della Corte. Ecco il suo contributo.
Leggiamo che – dopo un lungo e doloroso percorso giuridico, prima in Francia poi davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – è stata riconosciuta la legittimità della interruzione dell’ alimentazione forzata ad un uomo in coma irreversibile dal 2008.
Non conosco le carte del processo, necessarie per una riflessione approfondita, ma una considerazione emerge subito alla lettura della notizia.
Non è stata eutanasia: qui si tratta di una moglie, appoggiata da molti familiari, ma osteggiata da altri, che ha chiesto ai medici, e ai giudici francesi ed europei di consentire che venisse realizzata la volontà del marito, secondo le sue indicazioni espresse quando ne era in grado.
Pare di ridiscutere il caso Englaro: ma quale diritto e quale umanità animano chi sottopone un malato a una condizione che egli ha rifiutato, solo perché oggi è così debole da non potersi far valere da solo?
Grazie, dunque, alla Corte di Strasburgo.