In piena discussione del ddl Cirinnà, l’Ordine degli psicologi del Lazio ha consegnato ai senatori un dossier con i risultati di 70 studi per dimostrare come non ci siano connessioni tra genere dei genitori e disagi del minore.
L’Ordine degli Psicologi del Lazio ha presentato nei giorni scorsi in Senato un dossier che raccoglie 70 studi condotti tra il 1972 e il 2015 in cui viene dimostrata la mancata connessione tra genere sessuale dei genitori e specifici disagi del minore. Il documento, consegnato ai senatori di tutte le forze politiche, mira a fare chiarezza sul tema della stepchild adoption, uno dei punti più contestati nel disegno di legge Cirinnà, attualmente in discussione. “Sul tema della stepchild adoption, chiediamo di rimanere focalizzati sulla tutela del minore e delle sue relazioni affettive” ha dichiarato Nicola Piccinini, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. “E ciò è più facile potendosi rifare a posizioni scientifiche, anziché personali o culturali”.
Dal dossier si evince come “non emergano differenze significative tra genitori biologici e sociali per ciò che riguarda l’autostima, l’impegno posto nella relazione o il modo in cui viene percepito il bambino”. E ancora “l’assunzione che i bambini cresciuti da madri omosessuali tendano a diventare a loro volta lesbiche o gay non è supportata da alcuno studio”. Uno studio, dunque, che evidenzia, con prove scientifiche chiare, come la questione dell’omogenitorialità sia oggi più che mai strumentalizzata. “Non esiste alcuna evidenza che i bambini necessitino di una madre e di un padre per crescere bene” si legge infatti tra i risultati emersi da uno degli studi raccolti. “Ciò che conta è la qualità delle cure genitoriali ricevute”.