Il 10 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dei Diritti Umani; una ricorrenza, istituita dalle Nazioni Unite, per ricordare l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 dicembre 1948. Oggi, come non mai, è importante ribadire l’importanza dei diritti umani. Perché una società che non ha consapevolezza dei propri diritti è destinata al fallimento; perché parlare di diritti significa difendere la possibilità di un vivere civile più alto e consapevole, come la nostra Costituzione sottolinea e garantisce. E’ questo, quello che facciamo noi di Vox. Vogliamo parlare di diritti, rendere consapevoli i cittadini e costruire una società giusta, equa e lontana da ogni discriminazione. Perché il rispetto e la tutela dei diritti deve essere alla base di ogni democrazia.
“La tutela dei diritti dell’uomo si pone al centro della Carta costituzionale, che ne proclama al suo articolo 2 l’inviolabilità sia con riferimento all’individuo sia in relazione alle formazioni sociali. La ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti umani ci impone di soffermarci sula concreta attuazione di questo principio costituzionale, sulla sua centralità nella protezione di diritti nuovi, nati come conseguenza del progresso scientifico e tecnologico, e sulla sua capacità di costituire punto di riferimento per la risoluzione dei conflitti che attraversano la società. La tutela dei diritti umani passa attraverso quello che io chiamo il metodo laico nella ricerca di soluzioni inclusive, che sappiano bilanciare e, quindi, garantire i diritti di tutti e di ciascuno”.
Marilisa D’Amico, professore di Diritto Costituzionale e co-fondatrice di Vox
“Oggi, Giornata internazionale dei diritti umani, saranno trascorsi 30 anni dall’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura: universalmente ratificata e quasi altrettanto universalmente tradita, come confermano i dati di Amnesty International, che tra il 2009 e il 2014 ha registrato torture e altri maltrattamenti in 141 paesi. Da oltre un quarto di secolo l’Italia ha l’obbligo, avendo ratificato la Convenzione, di dotarsi di una legge che preveda e punisca il reato di tortura.Per 25 anni, i numerosi tentativi di Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani sono stati bloccati in parlamento, in nome dell’idea che introducendo il reato di tortura si sarebbe associata questa violazione dei diritti umani all’intera categoria delle forze di polizia. Approvato al Senato il 5 marzo, il disegno di legge sul reato di tortura si trova ora alla Camera. È un testo che, secondo le organizzazioni per i diritti umani, dev’essere migliorato. La tortura non è qualificata come reato proprio bensì come reato comune, con l’aggravante nel caso in cui l’autore sia un pubblico ufficiale. Inoltre, il testo non prevede la perseguibilità delle condotte omissive e non contempla un fondo nazionale per le vittime della tortura. Nell’occasione, noi di Amnesty International Italia, effettueremo la consegna di circa 16.000 firme raccolte da maggio e dirette al presidente del Consiglio e ai presidenti di Camera e Senato per chiedere l’introduzione del reato di tortura nel codice penale.
Amnesty International
“Tenere alta l’attenzione sui diritti sociali, sui temi della non discriminazione delle persone più esposte al rischio di esclusione sociale in ragione della loro specifica condizione (le bambine e i bambini, le persone in condizione di povertà, le persone con disabilità, gli anziani), dimostrare con i dati alla mano che la coesione sociale rappresenta un fattore insostituibile nei processi di sviluppo complessivo di un Paese, richiede competenze, passione, impegno ed è un dovere che in questa fase storica di grave crisi economica e sociale deve essere svolta da organismi competenti ed indipendenti. Come Vox – Osservatorio italiano sui diritti. In occasione del 10 dicembre vogliamo ricordare a tutti l’importanza dell’Articolo 25 della Carta dei diritti umani: 1. Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà. 2. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono avere la stessa protezione sociale”
Isabella Menichini, dirigente pubblico esperto di politiche e diritti sociali
“Che cosa intendiamo con il termine diritto? Diritto è ciò che è giusto, è la cosa giusta da fare per ognuno di noi, da parte di ognuno di noi. L’essenza del diritto non è quindi ciò che è dovuto, o preteso, o rivendicato. L’essenza del diritto è ciò che è giusto. Quando ciò che è giusto non si realizza il diritto negato diventa rivendicazione, spesso condotta con violenza. La violenza che accompagna la rivendicazione viene poi strumentalizzata per negare ancora di più il vero significato del diritto che, infatti, non è rivendicazione, che sia violenta oppure no. Il termine diritto è semplice (diritto, appunto): semplicemente la cosa giusta, e ogni anima giusta la conosce”
Alessandra Vucetich, medico ginecologo e membro del direttivo di PRO-FERT, Società italiana di Conservazione della fertilità, e di CECOS ITALIA, Associazione italiana per la lotta alla sterilità
“Le ricorrenze hanno una loro importanza, ma ritengo che il miglior modo per celebrarle sia quello di dar loro concretezza. Per questo colgo l’occasione per ricordare che grazie al lavoro di tante associazioni, tra cui Certi Diritti, molti Stati membri del Consiglio ONU per i Diritti Umani hanno fatto importanti raccomandazioni all’Italia, per la prima volta anche sui diritti LGBT. In particolare il Regno Unito ha chiesto all’Italia di approvare il matrimonio ugualitario per riconoscere il diritto umano alla vita famigliare delle coppie dello stesso sesso. Auspico sommessamente che chi, nel Governo, si riempirà sicuramente la bocca sull’importanza dei diritti umani in occasione del 10 dicembre, dia prova di concretezza nell’accogliere tutte le raccomandazioni fatte in sede di UPR entro il marzo 2015, come previsto, e ancor più nell’attuarle tutte al più presto. Vorrei davvero che il 10 dicembre 2015 le dichiarazioni dei nostri governanti, che quest’anno non potranno che essere vuote, siano invece annunci di diritti effettivamente riconosciuti e garantiti”.
Yuri Guaiana, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti