A rivelarlo, è l’Unione Europea, che ha presentato in questi giorni il primo grande rapporto sulla violenza contro le donne. I dati, purtroppo allarmanti, rivelano che una donna su tre ha subito una qualche forma di abuso fisico dall’età di 15 anni e che solo il 14% delle vittime denuncia le violenze subite. Secondo Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia Europea per i diritti fondamentali, «i dati emersi da questa indagine dimostrano che le violenze fisiche, sessuali e psicologiche contro le donne rappresentano un abuso contro i diritti umani».
Lo scorso 5 marzo l’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (FRA) ha presentato a Bruxelles il nuovo rapporto sulla Violenza contro le donne. Si tratta della più grande indagine mai condotta sul tema, nata dall’esigenza da parte degli Stati UE di avere dati confrontabili sulla portata e la natura del fenomeno, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
La confrontabilità dei dati in questo tipo di indagine è un’assoluta novità ed è forse il vero valore aggiunto di questa ricerca. Infatti, grazie a un set di domande uguali per tutti i Paesi e a un unico parametro di valutazione per l’intera Unione Europea, sarà possibile in futuro valutare bontà e impatto delle politiche locali e internazionali e, di conseguenza, intraprendere azioni più mirate volte a garantire una maggiore tutela delle donne.
Nello specifico l’indagine è stata condotta su un campione di oltre 42.000 donne dell’Unione Europea, di età compresa tra i 18 e 74 anni, e ha indagato sugli abusi subiti in ambito domestico, lavorativo, in pubblico e on-line.
Dall’analisi emerge che una donna su tre (il 33 %) ha subito violenza fisica e/o violenza sessuale dai 15 anni in su. La percentuale sale al 43% nei casi di violenza psicologica.
Nel nostro Paese la percentuale è rispettivamente del 27% e del 33%.
Le vittime non denunciano
È sconcertante rilevare quanto siano ancora troppo poche le donne che, a seguito di un episodio di violenza, denunciano gli abusi alle autorità competenti. Dalla survey emerge che solo il 14% ha denunciato alla polizia l’episodio di violenza più grave subito dal partner, percentuale che scende per i casi in cui l’aggressore non era il partner al 13%. In Italia i dati sono del 10% e 13%.
I motivi di questa reticenza sono stati per un quarto delle donne il senso di vergogna e di imbarazzo. Alla domanda su quale tipo di aiuto le donne avrebbero considerato più utile, al primo posto hanno valutato una figura o organizzazione di ascolto e supporto, seguita da forme di protezione e, infine, di aiuto pratico.
Le ricadute psicologiche
Purtroppo subire una violenza significa spesso fare i conti con conseguenze psicologiche di lungo periodo. Perdita di autostima, aumento del senso di insicurezza e vulnerabilità e fenomeni di origine ansiosa sono solo alcuni degli effetti che le persecuzioni e la violenza hanno sulle vittime. E gli effetti maggiori li subiscono coloro che hanno subito aggressioni dal proprio partner, a causa del protrarsi della vicinanza con l’aggressore e per la probabilità di reiterazione degli episodi.
È interessante notare come anche chi non è stata vittima di violenza subisca condizionamenti psicologici: ben il 53% delle donne intervistate ha dichiarato di aver evitato, nei 12 mesi precedenti all’intervista, certe situazioni o determinati luoghi per paura di essere aggredite fisicamente o sessualmente. In Italia la percentuale sale fino al 60%.
Lo stalking online
Il 18% delle donne intervistate dichiara di aver subito episodi di stalking dai 15 anni in poi, il 5% (corrispondente a 9 milioni di donne) nei 12 mesi precedenti all’intervista.
Il cyberstalking – ossia lo stalking perpetrato via email, sms o internet – colpisce in particolare le giovani donne. Il 4% delle donne di età compresa dai 18 ai 29 anni (1.5 milioni di donne) ha sperimentato fenomeni di cyberstalking nei 12 mesi precedenti all’intervista.
Per quanto riguarda la durata, l’indagine ha rilevato che una vittima di stalking su cinque (il 21%) ha visto gli episodi protrarsi per più di due anni.
Le molestie sessuali
Sono principalmente donne laureate e in carriera le vittime di molestie sessuali: il 75% delle donne che ricoprono posizioni di top management ha subito episodi di molestia; la percentuale scende al 44% nella categoria della “manodopera qualificata” e al 41% per le casalinghe. Questa evidenza potrebbe essere causata da una maggiore consapevolezza da parte della fascia più istruita della popolazione su quali atteggiamenti siano da considerarsi “molestia sessuale”, ma anche dal fatto che le professioniste sono più esposte ad ambienti lavorativi e situazioni ad alto rischio di abuso.
In Italia ben l’8% delle donne intervistate ha dichiarato di aver evitato, in almeno un’occasione, di rimanere da sola con un collega di lavoro o con il proprio capo.
I prossimi passi
A partire dai risultati dell’indagine, l’Agenzia ha suggerito all’Unione Europea e agli Stati Membri di adottare politiche e piani di azione sulla base di prove tratte da interviste dirette alle donne. Questi dati dovrebbero essere raccolti in aggiunta a quelli amministrativi e di giustizia penale, poiché come abbiamo visto la maggior parte delle violenze a oggi resta ancora nell’ombra e non è oggetto di denuncia.
L’auspicio è che l’Unione Europea e gli Stati membri si sforzino di promuovere e finanziare in maniera concertata altre indagini di questo tipo a intervalli regolari nel tempo.
Solo così facendo sarà possibile effettuare una valutazione periodica, puntuale e comparata degli impatti delle politiche e delle azioni intraprese a contrasto della violenza contro il genere femminile, garantendo di fatto sempre maggior sicurezza e tutela alle donne europee.
Per scariare il report completo: http://fra.europa.eu/en/publications-and-resources
Per un confronto dei dati tra i diversi Paesi: http://fra.europa.eu/DVS/DVT/vaw.php
Il numero antiviolenza
Se sei vittima di violenza puoi chiamare il numero di pubblica utilità 1522, attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Al servizio risponde personale esclusivamente femminile specificatamente formato e multilingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, russo). Il numero è accessibile gratuitamente per tutte/tutti le/i cittadine/i dall’intero territorio nazionale, da rete fissa e mobile. Il servizio è fruibile da parte delle donne nell’assoluto anonimato.
di Alessandra Nigro