Luxottica ha chiuso un accordo sindacale destinato forse a diventare un modello. Il patto, valido per gli stabilimenti in Veneto, Trentino, nel torinese e Milano, prevede tre punti importanti: l’avvicendamento intergenerazionale (per favorire l’uscita dei dipendenti prossimi alla pensione e opportunità di assunzione per i giovani), baby week per l’inserimento dei figli all’asilo nido e la cessione di ore tra colleghi. Un esempio virtuoso, che anticipa una serie di provvedimenti in discussione anche nella legge di Stabilità 2016. Isabella Menichini ha analizzato per Vox il caso Luxottica, anticipando anche i provvedimenti che il governo sembra voler prendere per dare slancio al welfare aziendale nel nostro Paese.
Mentre la storia di Paola Filippini respinta a un colloquio di lavoro per non aver risposto alle domande sulla sua vita privata – “sei sposata?” “hai figli?” – diventa virale, i giornali pubblicano la notizia che Luxottica (azienda italiana leader mondiale), di fatto la prima ad aver adottato nel lontano 2009 misure di welfare a sostegno dei propri dipendenti, ha firmato in questi giorni un nuovo accordo con i sindacati per assumersi ulteriori impegni in favore dei lavoratori, senza sostegno pubblico. Si chiama welfare aziendale ed è cresciuto inaspettatamente in questi anni. Mentre la crisi divampava e le risorse pubbliche dedicate al welfare si riducevano sotto la scure dei tagli, tante aziende grazie alla contrattazione decentrata a favore della produttività, decidevano di attivare politiche aziendali per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, per la formazione aziendale, per innalzare l’occupazione femminile e sostenere i lavoratori nei loro impegni famigliari, di cura accanto all’impegno professionale.
Dal 2009 oltre 2mila accordi di secondo livello sono stati firmati da sindacati e datori di lavoro e raccolti, analizzati e monitorati grazie all’Osservatorio sulla contrattazione nazionale e decentrata e la conciliazione dei tempi – realizzato dall’Ufficio della Consigliera di Parità con l’obiettivo di divulgare le buone/nuove prassi, in particolare su conciliazione e flessibilità. L’Osservatorio rappresenta sicuramente uno strumento utile, a disposizione di chi opera nel mercato del lavoro pubblico e privato per sostenere il processo riformatore attivato con la contrattazione decentrata e finalizzato principalmente a incrementare e irrobustire l’occupabilità delle donne e migliorare la qualità di vita dei lavoratori, attraverso una maggiore flessibilità dell’organizzazione e dei tempi di lavoro, o grazie all’utilizzo di voucher per l’acquisto di servizi di cura della persona o della casa, l’erogazione di prestazioni monetarie per figli, per la scuola, acquisto di libri, per assistenza sanitaria, la realizzazione di asili nido all’interno dell’azienda, ma anche palestra, borse di studio, corsi di formazione e aggiornamento ecc… Il modello conviene a entrambe le parti, perché il valore del contributo “in natura” è più alto rispetto a quanto il lavoratore riuscirebbe ad acquistare con un aumento in busta paga soggetto alle normali aliquote fiscali: le misure in favore dei lavoratori e delle loro famiglie infatti, se attivate a livello di contrattazione decentrata, permettono alle aziende di beneficiare degli incentivi fiscali per la detassazione del salario di produttività.
Luxottica ha fatto adesso un passo in più lanciando per primo il piano di avvicendamento intergenerazionale: per favorire l’ingresso in azienda di giovani lavoratori e agevolare i lavoratori vicini alla pensione con l’attivazione di orario ridotto. Una sperimentazione fino al 2017 che coinvolgerà 100 dipendenti: chi si trova a tre anni dalla pensione (5 se con patologie gravi) passa al part time al 50% e l’azienda si fa carico dei costi dei contributi mancanti in forza di un’apposita convenzione da siglare con INPS, così da non penalizzare in nessun modo il lavoratore. Per ogni lavoratore anziano che entra in questo percorso, un giovane sarà assunto selezionandolo o tra quelli già attivi in azienda con contratti più precari o tra quelli in cerca di occupazione. Se il Governo varerà – come sembra – misure in questo ambito l’azienda ha già affermato che andranno ad aumentare i volumi della sperimentazione.
A fianco alla staffetta tra generazioni, ulteriori misure di sostegno ai lavoratori, tra cui la Banca ore Etica che permetterà a un lavoratore di cedere ore accantonate in favore di un collega che ne abbia bisogno e la baby week per aiutare i genitori alle prese con l’inserimento dei figli all’asilo nido.
Il Governo dal canto suo sembra voler ridare slancio al welfare aziendale: il premier Renzi ha preannunciato infatti nelle ultime settimane nuovi interventi nella Legge di Stabilità per aggiornare la normativa fiscale, ormai superata, rivedere e ampliare le tipologie di servizi da offrire; per favorire lo sviluppo di strumenti che facilitino la fruizione di servizi, come i voucher. Da una prima lettura del disegno di legge si evince l’interesse a promuovere fiscalmente i servizi di welfare rispetto all’equivalente in denaro: se il premio di produttività mantiene infatti un’imposta sostitutiva del 10%, lo stesso premio erogato in welfare godrebbe delle agevolazioni fiscali già previste dall’art. 51 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi e non concorrerebbe dunque alla formazione del reddito da lavoro dipendente.